mercoledì 31 ottobre 2007

BaBau

L'urtimo FANCULIZZANTE deliryo canino della Waltry, arricchytyvycy


75 commenti:

  1. http://images.google.it/
    imgres?imgurl=http://blogs.chron.com/
    schoolzone/russian%2520wrestler&imgre
    furl=http://www.metaforum.it/forum/
    showthread.php%3Fp%3D64169&h=338&w=
    512&sz=33&hl=it&start=15&um=1&tbnid=
    d2rYS2JzoxhvSM:&tbnh=86&tbnw=131&prev
    =/images%3Fq%3Dbambina%2Bobesa%26
    svnum%3D10%26um%3D1%26hl%3Dit%26sa%
    3DG

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  2. http://embryology.med.unsw.edu.au/history/images/Vesalius_Skull.jpg

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  3. http://embryology.med.unsw.edu.au/history/images/Vesalius_Skull.jpg

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  4. http://embryology.med.unsw.edu.au/history/images/Vesalius_Skull.jpg

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  5. http://embryology.med.unsw.edu.au/history/images/
    Vesalius_Skull.jpg

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  6. dopo un attacco d'ira dell'enorme Cetaceo ecco cosa rimane...

    http://www.zampette.it/
    sebastiano/seb4_big.jpg

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  7. minkia devi soffrire molto per impegnarti così... sei adorabile e fluorescente come sempre, la cosa della testona grossa è meravigliosa :-) cety impegnati dipiù cominciamo a divertirci.. dai ancora

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  8. una cosa... la volta che in macchina davanti a idealbimbo hai MASSACRATO di BOTTE la tua piccola canina di nome RAJA soltanto perchè aveva mangiato un crackers (che avevi lasciato in macchina aperto) la ricordi? Oltre a picchiarla selvaggiamente (come solo una psicolabile può fare) LE HAI CONTINUATO A INFLIGGERE COLPI CON LA BOMBOLETTA DI METALLO (di tinta spray) avresti potuto ammazzarla!! Quindi non puoi non ricordare! Lo sai vero che le persone che scaricano il loro odio e la loro violenza sugli animali hanno seri problemi e che spesso lo fanno perchè non riescono a competere con i loro pari??!! CHE SCHIFO!! è stato alienante assistere ad un tale gratuito massacro. Attenta non fare lo stesso con la tua prole. Sappi che adesso ci sono pene gravi per chi picchia gli animali e ovviamente i propri bambini. Che ne dici se su http://inseparabileforum.com cominciassimo a spiegare alle persone chi sei veramente, il nostro metodo lo abbiamo, ma sarebbe come sparare sulla croce rossa. Non ci provocare, e soprattutto pensa alle cose serie ovvero inizia un percorso psichiatrico e ripulisciti di tutta quella cattiveria e violenza che hai accumulato dentro a causa della tua costante sconfitta e insoddisfazione di esistere. Ne puoi uscire basta volerlo. Comunque sappi che mi ecciti, pensare ai rotoloni lardosi che ospitano al caldo il mio grosso e duro membro è a dir poco godereccio.

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  9. Lo sò, la verità fa male.....dai vi rifarete....

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  10. che centra con il fatto che sfoghi la tua violenza sugli animali?? BO! comunque si hai ragione te, sei anche magra, e bona, corro a segarmi nuovamente (la pelle intorno si è fatta calda e sottile)

    ora ti lasciamo dobbbiamo andare a smontare la mostra a monsummano e riprendere le cose in quella che abbiam fatto ai bottini dell'olio in venezia ieri... non li leggi i giornali?? la WALTRY 2 giorni fa era su LA NAZIONE... e non per il testone come dici ma per la sua partecipazione al networking city, è chiaro che vedi i bimbi dell'arty cor testone sei abituata all'ogive.. salutacela e dai un bacio al nobel... io comunque aspetto ancora ir GIPPIESSE un ci sputerey... quer che è vero è vero!! però deve fà come te... deve dimmi la strada e intanto deve parlà male di furbizia (sennò diosasà??) KISS senannamo sennò si fa tardi, stasera siamo a cena dai KORY, ti salutano anche loro, un bacino sulla opertina

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  11. piesse: giovedì a regola si fa un gruppone e si va tutti ar cine avvedè LA TERZA MADRE e tarabaralla, vieni? diccelo prima ir medusa è grosso, ma un si sà may.

    COMUNQUE SE VUOI VENIRE chiama noi ti saspetta, ner caso dove la vorresti la fila di portroncine libere? faccisapè ne siamo vogliose


    P.S. tra poco vedrai le foto di casa nuova è x ora un rudere ma diventerà una grande reggia, se hai idee o consigli sull'arredamento contattaci

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  12. comunque non ciai detto se ti ricordi quando hai massacrato raja di botte a bombolettate di metallo in testa... dai rispondi. un elefante non dimentica mai

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  13. uffy dobbiamo proprio andare, a presto un bacio

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  14. Centra centra....centrerebbe pure bighead!
    Un li vedo io......dev'èsse un'epidemia!
    Madrenatura avvorte è proprio stronza!
    Ma andate a stà nella 'asa da cinquecentomilamiliardi quella al semaforo di via Donnini????
    O ne avete proprio presa un'artra??
    Non per farmi i cazzi vostri, ma se andate a stà lì me la fò io una sega.....boia....si farà tipo grande fratello...non ci redooooooo
    Vi prego andate a stà lì........please!

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  15. L'ho già visto la terza madre....a casa dei nostri amici....s'è scoperto un sito ganzo che ti scaria i firm in 10 menuti...anche velli der cine.
    se vuoi ti dò il link! ;)

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  16. Ma lo sai che la 'opertina è lavata, profumata, pulita e piegata nel cassetto da quest'estate??
    Appena me lo riordo me la metto in macchina e glie la restituisco, non mi interessa tenerla in ostaggio, non avrebbe senso...è proprio che un ci penso mai...
    Sai, troppe calorie pensare!!!
    Oimmei i pullini hanno fameeeeeee!
    Eccomi piccini............

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  17. quante pagine di giornale ci sono volute?????????????????????????????????????????????????????
    ??????????????????????????????????????????

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  18. ora un parere ve lo chiedo io....che ne dite del mio ultimo tattoo?????

    http://img413.imageshack.us/img413/
    3884/img5505ra1.jpg

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  19. lo so ma vuoi mettere la classe ad andare al cinema che stare su di n divano a vedere un film con la copertina sulle ginocchia!!!!!

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  20. no cara cety ci spiace x te la casa da quasi un miliardo di vecchie lire l'hanno comprata i meie (vendendo le altre 3 che avevano in via adriana) e mi pare ricordi anche gli assegni, se vuoi puoi chiedere a del chicca (se ti fa stare peggio) loro sanno il valore, se ci tieni tanto ti do il nome del notaio (se è ankora vivo... pareva infermo) ma non è quella la NOSTRA casa è una nuova nuova, piacerebbe anche a te!! tra poco blogghiamo. Per farti un piacere mettiamo le foto doppie, sia quelle di casa dei miei (che han già affittato la depandanZE ner giardino) e quella nostra... abbi fede. P.S. la terza madre come ti è sembrato? Dice un sia una gran cosa bo si vedrà...
    belloooooooooooo gran tatù beata te che ciai tutto vello spazio ci savesse noi. HE HE è stupenda la miserya!! L'adoriamo quasi quanto te.. P.S. la carta dei giornali che ritraevano la beneamata poi ti si da a te così la metti sotto i pullini e ci vai avanti un po. LOVE PROFUSION. Un consiglio se io avessi voluto inventare un difetto (in questo caso alla perfezione) l'avrey buttata più difori e soprattutto avrei scritto tipo KIORBY cioè così un sai più nemmen ruzza un sai più dunasega. Ricorda da due gatti nasce un gattino, da 2 cigni un cignino eccò. eccc. ti saluta desy (anche se porella ora ci è nuovamente febbricitante) un grande kiss da tutti. Quella favolosa OGIVONA che ti ritrovy su che rivista è uscita?? Glamour o Diorissima?? La scambiano ancora x un maschietto da quant'èbella?? TI AMO e tutto ciò che ti somiglia è sicuramente bello!! facci sapere quando escono le riviste fascio che la ritraggono modellona... porellate cety. Ma te sei come l'alluminio?? estrusa??

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  21. */4comunque non ciai detto se ti ricordi quando hai massacrato raja di botte a bombolettate di metallo in testa... dai rispondi. un elefante non dimentica mai

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  22. comunque non ciai detto se ti ricordi quando hai massacrato raja di botte a bombolettate di metallo in testa... dai rispondi. un elefante non dimentica mai

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  23. perchè non rispondi su questo argomento?? perchè picchi in maniera così folle i cani?? Lo sai che c'è la galera con le nuove leggi per chi se la prende con gli animali?? Attenta Cety


    P.S. è ovvio che lo hai sempre visto col testone le croste e via dicendo il nostro ha sempre avuto i...
    C A P E L L I Hai presente quelli tipo i peli ma più lunghi?? che rendono la testa meno simile a un ginocchio?? La tua li ebbe a 1 anno e mezzo se ricordo W la CHERATYNA

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  24. anche ir cognome ti prego... te che puoi

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  25. a me di vella dimensione micentrerebbe a pelo la A

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  26. ma càa dici???
    un anno e mezzo???????
    si, riordi male!
    Caro Tesoro....non si può trovare difetto in chi non ne ha neanche uno!!!!!!!!!!!!
    Ti garberebbe tantissimissimissimo!
    ma non puoi!!!!!!!!!!! Hihi..
    Salutatimi tanto la florente Desy...contraccambio il saluto! ;-)

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  27. ma càa dici???
    un anno e mezzo???????
    si, riordi male!

    AH GIA', NON UN ANNO E MEZZO !!!! A 15 MESI !!! C'AVEVA CERTE PIAZZE CHE MAGALLI PARE UN HIPPY AL CONFRONTO

    Caro Tesoro....non si può trovare difetto in chi non ne ha neanche uno!!!!!!!!!!!!

    AHAHAHAHAHAAAHAAHAHAHA AHAHAHAH AHAHAHHAHAH QUESTA OLTRE AD ESSERE LA BATTUTA PIU' ESILARANTE TRA TUTTE LE STRONZATE CHE SCRIVI E' COPIATA... DAI, NON CI RUBARE ANCHE LE AFFERMAZIONI, RUBI GIA' TANTA DI QUELLA ROBA, MA QUESTO NOO!

    ...E COMUNQUE SI, L'INVIDIA CI RODE E CI MANCHI, TU IL NOBEL, L'OGIVALE E SILENZIOSA STIRPE E GLI UCCELLACCI... CI MANCHI TALMENTE TANTO CHE DAL MOMENTO CHE SIAMO VENUTI A CONOSCENZA DELLA CREAZIONE DEL TUO BLOG, SCRITTO CON I TUOI AMICI, SIAMO FISSI A INSERIRE COMMENTI...
    DAI DIMOSTRA DI ESSERE CRESCIUTA NON SOLO IN LARGHEZZA UNA BUONA VOLTA

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  28. comunque non ciai detto se ti ricordi quando hai massacrato raja di botte a bombolettate di metallo in testa... dai rispondi. un elefante non dimentica mai

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  29. POVERA...l'ha dovuto fà i bui all'orecchi a 10 mesi come usava ai tempi dei bisnonni, sennò tutti a chiamalla Ernesto quella figliola...
    E' UNA FEMMINAAAA !!! BASTA CON QUESTO ERNESTO, VI PREGOOO !!!!!!!!!!!

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  30. MA UN LO VEDETE CHE C'HA IR FIOCCHINO ROSA AL PASSEGGINO ???!!!???

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  31. ORA S'E' CAPITO IL PERCHE' DER TATUAGGIO !!! anche te ogni tanto ti 6 sbagliata e l'hai chiamata Ernesto... fai bene a tenere un promemoria!

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  32. comunque non ciai detto se ti ricordi quando hai massacrato raja di botte a bombolettate di metallo in testa... dai rispondi. un elefante non dimentica mai


    D I C C E L O

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  33. Poveracci deh!!!!!!!!!!!!!!!!
    E' così bello e gratificante vedervi arrampicare sugli specchi!!!!!


    Io Tarzan.....Tu Jain.....
    Io Cety.....Tu Cefy.....

    =^.^=

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  34. povera scema, ti garberebbe!!! accusi di continuo e come ti va giù male!
    pensa alle cose serie non ti accapigliare + sul nostro blog, ne hai già tanti di problemi che non ti fa bene... guarda che se insieme al lardo ci metti anche le rosicature una mattina ti ritrovano skiattata in terra!!!
    e poi un po di buon senso, leva hallo kitty dalla macchina!!! fin che hai potuto hai raccatato a destra e a sinistra ma ora OVA.


    PS: comunque non ciai detto se ti ricordi quando hai massacrato raja di botte a bombolettate di metallo in testa... dai rispondi. un elefante non dimentica mai

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  35. ah Defy, ma come mai ieri sera un commento solo? sei impegnata a scegliere il vestito e ci dedichi poco tempo??? noo ehh !!! dai tirati su, ti vogliamo obesa, pimpante e cogliona come ai vecchi tempi !!!

    Ti è andata di culo... il nero snellisce !!!!!!!!!!!

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  36. io arriverei a cento anche qui

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  37. e perchè non scentodiesci?

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  38. Oramai è diventato un hobby....non posso più farne a meno!
    E' troppo bello pigliavvi per ir culo....è troppo bello vedetti così convinto e sicuro di te stesso....infondo trattare coi dementi è la mia specialità.....oh un lo sostieni fisso anche tu???????
    E allora......!!! ;-)

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  39. che tratti con i dementi è fuori dubbio vista la gente della quale ti circondi che ancora non t'ha mandata a cagare (ormai pochini pochini)!
    e comunque se ti diverti tanto a farti chiamare obesa & demente fai pure, siamo qui per questo, il divertimento è tanto anche da parte nostra... e pensa, s'è iniziato prima noi a prendere x il culo te! da tanto tanto tempo fa, tipo quando t'eri stazionata a casa della Desy e tutte le sere imprimevi la forma del tuo poderoso CULO su quel divano!
    no no, ma ci si sbaglia, da prima ancora !!!

    e ora, visto ke ti garba tanto ti faccio una faccina anch'io, come le bimbe sceme di via ricasoli

    =^.^=

    bellina !!!!! uuuhhhhhhh che amore !!!!!

    pora stella...dove può arrivare il masochismo...

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  40. ps: ...e il bello è che ti 6 sbagliata un'altra volta !!!!! NON è STATA LA PARIS A SCRIVERE, ma se ti aggrada puoi pensare che è lui.. è come pensare alla desy mentre ti zifonava nobel

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  41. Cety disse: "io un capisco la gente come fa a scambialla fissa per un maschio" frase ripetuta spesso... QUANDO VUOI TI SI SPIEGA NOI: Per la gente i bimbi belli sono femmine gli altri maschi (è una credenza popolare dovuta ad impostazioni mentali sociali) fatti 2ontY LOVE uuuuu

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  42. poi col tempo tutto cambia splendida cety, finalmente OGY vestita di rosa collorecchini e un cartello "sono FEMMINA E HO I CAPELLI!!" un te la scambiano più... p.s. adesso andiamo a fare robe meglio di questa! non ci stò è tropppo! è comke SPARARE SULLA CROCE ROSSA... !!silenzio stampa!! __6 troppo noiosa__ eri meglio, più stimolante e graffiante un tempo, quando ci ristimolerai un po si risponde... impegnati scrivi roba più pesa di questa sennò fo copia incolla t'avviso

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  43. oimmei....ma come ti garberà girà sull'artri le tu paranoie e i tu problemi?????
    E' proprio il caso di dillo.......hai creato un mostro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Infatti sono tutti bugiardi quelli che dicano che mia figlia è favolosamente bellissima!!!!!!
    Bugiardi...scazzoni....maligni....dèh....è la vita....
    A chi tocca e a chi no.....a voi v'è toccato ir gremlins....mi spiace!
    P.S. non sempre da du persone belle ci nassce i fillioli belli....lo sai vero?
    Vedi, noi siamo brutti, ed abbiamo fatto uno splendore di bimba, voi siete belli (uhahahaha) ma aveta fatto una caata di gremlins....
    Contattate qualche agenzia di Milano (se volete vi passo i numeri)....si vòle vedè chi vi querela prima!!!!!!
    Cazzo, ha partorito perfino la mia amica che stà col sardo (sai quello cor testone, tipo te er tu fillllliolo?), ed ha fatto un bimbo che è uno splendore!!
    Vedi, la teoria si riconferma.
    Tu m'insegnasti: tante coincidenze messe insieme, fanno una certezza!!!!
    Love-u

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  44. Sentivo che cercavano nuovi volti per un film horror......scritturatelo.....ve lo bevano!!!!!!!!!!!!!
    Sarà famoso........che gioia per mamma e papà! ;-)

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  45. Dai dai, vi preghiamo, lo si vòle vedè in televisione!!!!!!!!!
    Volevano fà Freak 2.....

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  46. ar solito... s'aspettava varcosa dipiù :-) rode rode eh eh
    Buon Natale, ci spiace ma siamo più silenziose perchè abbiam capito che altrimenti ti regaliamo l'illusione di chattare con le zittone (come furbizia implorava la sera)
    good life & smack all over

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  47. Per motii di studio e' da tempo che seguo la vostra diatriba e mi chiedo ma se propio vi odia e vi considera dei poveri dementi; perche lui o lei(non ho capito cmq l'essere a quanto mi sembra chiamato cety)sta continuamente a leggere il vostro blog? io sinceramente non sto a leggere cose di persone che considero delle emerite cretine. Potrei avere una risposta? Seria!!! Grazie.
    SE una cosa non ci piace non la consideriamo, ma se diciamo peste e corna e stiamo continuamente a guardare vuol dire che sotto sotto ci piace e ce ne sentiamo esclusi; quindi ci rifiutiamo di accettare il vero sentimento comportandoci all'opposto di quanto il nostro io interiore vorrebbe. A questo proposito riporto una simpatica fiaba classica:
    Una volpe, dopo aver sognato di raggiungere un grappolo d'uva, si sveglia accorgendosi che quel grappolo esiste davvero. L'animale affamato tenta con grandi balzi di staccare il grappolo ma ogni sforzo è vano. Constatando di non poterla raggiungere, escalama: "non è ancora matura!". La morale è:

    È facile disprezzare quello che non si può ottenere.

    Tanto ne dica lei signore/a lei si sennte esluso/a da quelli che mi sembra di capire essere stati suoi amici e quindi reagisce disprezzando al massimo cose di cui faceva parte anche lei, comportamento che noi psicologi definiamo "estraniante" in quanto porta ad un progressivo isolamento della persona che nei casi più difficili può sfociare in sindromi di carattere psichiatrico come la superpotenza. Gradirei una risposta possibilmente senza offese, dal momento che io mi sono limitato ad amalizzare il fatti cos' come li ho letti nel blog, che mi sono trovato a studiare per puro caso per motivi di carattere scientifico, essendo un ricercatore di psicanalisi junghiana dell'Università degli studi di Milano

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  48. Aspettami......xchè ci credo abbestia!

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  49. Junghiano, nn so chi tu sia ma la favola della volpe e l'uva l'avevo già postata tempo fa anch'io riguardo questi commenti continui di Cety detta a suo tempo Struttura.
    che dire... a Livorno si dice "Tre passi dar culo mio chi carica carica", e qui è uguale. Basta che stia nel suo, se si limita a questo può scrivere cosa vuole, da un'orecchio mi entra e dall'altro mi esce.
    Comunque giusta osservazione... non rendo di conto a nessuno figurati se mi tange una poveraccia che frenquenta il blog + di me che l'ho messo in linea !!!

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  50. siamo diventati fenomeno di studio universitaria uimmenaaspetta sche mi vado a radere il pube per fare bella figura

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  51. ma io quasi quasi arrivo a 100

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  52. oggi mi sono svegliato un po' così

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  53. visto che junghiano pubblica favole ne pubblico una anch'io

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  54. Un numeroso sciame di api abitava un alveare spazioso. Là, in una felice abbondanza, esse vivevano tranquille. Questi insetti, celebri per le loro leggi, non lo erano meno per il successo delle loro armi e per il modo in cui si moltiplicavano. La loro dimora era un perfetto seminario di scienza e d’industria. Mai api vissero sotto un governo piú saggio; tuttavia mai ve ne furono di piú incostanti e di meno soddisfatte. Esse non erano né schiave infelici di una dura tirannia, né erano esposte ai crudeli disordini della feroce democrazia. Esse erano condotte da re che non potevano errare, perché il loro potere era saggiamente vincolato dalle leggi.

    Questi insetti, imitando ciò che si fa in città, nell’esercito e nel foro, vivevano perfettamente come gli uomini ed eseguivano, per quanto in piccolo, tutte le loro azioni. Le opere meravigliose compiute dall’abilità incomparabile delle loro piccole membra sfuggivano alla debole vista degli uomini; tuttavia non vi sono presso di noi né macchine, né operai, né mestieri, né navi, né cittadelle, né armate, né artigiani, né astuzie, né scienza, né negozi, né strumenti, insomma non v’è nulla di ciò che si vede presso gli uomini di cui questi operosi animali pure non si servissero. E siccome il loro linguaggio ci è sconosciuto, non possiamo parlare di ciò che le riguarda se non impiegando le nostre impressioni. Si ritiene generalmente che tra le cose degne d’esser notate, questi animali non conoscevano affatto l’uso né dei bossoli né dei dadi; ma, poiché avevano dei re, e conseguentemente delle guardie, si può naturalmente presumere che conoscessero qualche specie di giochi. Si vedono mai, infatti, degli ufficiali e dei soldati che si astengono da questo divertimento?

    Il fertile alveare era pieno di una moltitudine prodigiosa di abitanti, il cui grande numero contribuiva pure alla prosperità comune. Milioni di api erano occupate a soddisfare la vanità e le ambizioni di altre api, che erano impiegate unicamente a consumare i prodotti del lavoro delle prime. Malgrado una cosí grande quantità di operaie, i desideri di queste api non erano soddisfatti. Tante operaie e tanto lavoro potevano a mala pena mantenere il lusso della metà della popolazione.

    Alcuni, con grandi capitali e pochi affanni, facevano dei guadagni molto considerevoli. Altri, condannati a maneggiare la falce e la vanga, non potevano guadagnarsi la vita se non col sudore della fronte e consumando le loro forze nei mestieri piú penosi. Si vedevano poi degli altri applicarsi a dei lavori del tutto misteriosi, che non richiedevano né apprendistato, né sostanze, né travagli. Tali erano i cavalieri d’industria, i parassiti, i mezzani, i giocatori, i ladri, i falsari, i maghi, i preti, e in generale tutti coloro che, odiando la luce, sfruttavano con pratiche losche a loro vantaggio il lavoro dei loro vicini, che non essendo essi stessi capaci d’ingannare, erano meno diffidenti. Costoro erano chiamati furfanti; ma coloro i cui traffici erano piú rispettati, anche se in sostanza poco differenti dai primi, ricevevano un nome piú onorevole. Gli artigiani di qualsiasi professione, tutti coloro che esercitavano qualche impiego o che ricoprivano qualche carica, avevano tutti qualche sorta di furfanteria che era loro propria. Erano le sottigliezze dell’arte e l’abilità di mano.

    Come se le api non avessero potuto, senza istruire un processo, distinguere il legittimo dall’illegittimo, esse avevano dei giureconsulti, occupati a mantenere le animosità e a suscitare malefici cavilli: questo era lo scopo della loro arte. Le leggi fornivano loro i mezzi per rovinare i loro clienti e per approfittare destramente dei beni in questione. Preoccupati, soltanto di ricavare degli elevati onorari, non trascuravano nulla al fine d’impedire che si appianassero le difficoltà attraverso un accomodamento. Per difendere una cattiva causa, essi analizzavano le leggi con la stessa meticolosità con cui i ladri esaminano i palazzi e i negozi. Ciò soltanto allo scopo di scoprire il punto debole in cui potessero prevalere.

    I medici preferivano la reputazione alla scienza e le ricchezze alla guarigione dei loro malati. La maggior parte, anziché applicarsi allo studio dei princípi della loro disciplina, cercavano di acquistarsi una pratica fittizia. Sguardi gravi e un’aria pensosa erano tutto quello ch’essi possedevano per darsi la reputazione di uomini dotti. Non preoccupandosi della salute dei pazienti, essi lavoravano soltanto per acquistarsi il favore dei farmacisti, e per conquistarsi le lodi delle levatrici, dei preti e di tutti coloro che vivevano dei proventi tratti dalle nascite o dai funerali. Preoccupati di acquistarsi il favore del sesso loquace, essi ascoltavano con compiacenza le vecchie ricette della signora zia. I clienti, e tutte le loro famiglie, erano trattati con molta attenzione. Un sorriso affettato, degli sguardi graziosi, tutto era impiegato e serviva ad accattivarsi i loro spiriti già prevenuti. E si badava pure a trattare bene le guardie, per non doverne subire le impertinenze.

    Tra il grande numero dei preti di Giove, pagati per attirare sull’alveare la benedizione del cielo, ve n’erano ben pochi che avessero eloquenza e sapere. La maggior parte erano tanto presuntuosi quanto ignoranti. Erano visibili la loro pigrizia, la loro incontinenza, la loro avarizia e la loro vanità, malgrado la cura ch’essi si prendevano per nascondere agli occhi del pubblico questi difetti. Essi erano furfanti come dei borsaioli, intemperanti come dei marinai. Alcuni invece erano pallidi, coperti di vestiti laceri e pregavano misticamente per guadagnarsi il pane. E, mentre che questi sacri schiavi morivano di fame, i fannulloni per cui essi officiavano, si trovavano bene a loro agio. Si vedevano sui loro volti la prosperità, la salute e l’abbondanza di cui godevano.

    I soldati che erano stati messi in fuga venivano egualmente coperti di onori, se avevano la fortuna di sfuggire all’esercito vittorioso, anche se tra essi vi fossero dei veri poltroni, che non amavano affatto le stragi. Se vi era qualche valente generale che metteva in rotta i nemici, si trovava qualche persona che, corrotta con dei regali, favoriva la loro ritirata. Vi erano pure dei guerrieri che affrontavano il pericolo comparendo sempre nei punti piú esposti. Prima perdevano una gamba, quindi un braccio, infine, quando tutte queste mutilazioni li avevano resi non piú in grado di servire, li si congedava vergognosamente a mezza paga; mentre altri, che piú prudentemente non andavano mai all’attacco, ricavavano la doppia paga, per restare tranquillamente tra di loro.

    I loro re erano, sotto ogni riguardo, mal serviti. I loro ministri li ingannavano. Ve n’erano invero parecchi che non tralasciavano nulla per far progredire gl’interessi della corona; ma contemporaneamente essi saccheggiavano impunemente il tesoro che s’industriavano ad arricchire. Essi avevano il felice talento di spendere abbondantemente, nonostante che i loro stipendi fossero molto meschini; e per giunta si vantavano di essere molto modesti. Si esagerava forse nel considerare le loro prerogative quando le si denominava le loro “malversazioni”? E anche se ci si lamentava che non si comprendeva il loro gergo, essi si servivano del termine di “emolumenti”, senza mai voler parlare naturalmente e senza camuffamenti dei loro guadagni. Infatti non vi fu mai un’ape che sia stata effettivamente soddisfatta nel desiderio di apprendere, non dico quello che guadagnavano effettivamente questi ministri, ma neppure ciò che essi lasciavano scorgere dei loro guadagni. Essi assomigliavano ai nostri giocatori, i quali, per quanto siano stati fortunati al gioco, non diranno tuttavia mai in presenza dei perdenti tutto quello che hanno guadagnato.

    Chi potrebbe descrivere dettagliatamente tutte le frodi che si commettevano in questo alveare? Colui che acquistava del letame per ingrassare il suo prato, lo trovava falsificato per un quarto con pietre e cemento inutili; e per giunta qualsiasi poveretto non avrebbe avuto la facilità di brontolare di ciò, perché a sua volta imbrogliava mescolando al suo burro una metà di sale.

    La giustizia stessa, per quanto tanto rinomata per la sua fortuna di essere cieca, non era per questo meno sensibile al brillante splendore dell’oro. Corrotta dai doni, essa aveva sovente fatto pendere la bilancia che teneva nella sua mano sinistra. Imparziale in apparenza, quando si trattava d’infliggere delle pene corporali, di punire degli omicidi o degli altri gravi crimini, essa aveva bens’ spesso condannato al supplizio persone che avevano continuato le loro ribalderie dopo esser state punite con la gogna. Tuttavia si riteneva comunemente che la spada che essa portava non colpiva se non le api che erano povere e senza risorse; e che anche questa dea faceva appendere all’albero maledetto delle persone che, oppresse dalla fatale necessità, avevano commesso dei crimini che non peritavano affatto un tale trattamento. Con questa ingiusta severità, si cercava di mettere al sicuro il potente e il ricco.

    Essendo cosí ogni ceto pieno di vizi, tuttavia la nazione di per sé godeva di una felice prosperità. era adulata in pace, temuta in guerra. Stimata presso gli stranieri, essa aveva in mano l’equilibrio di tutti gli altri alveari. Tutti i suoi membri a gara prodigavano le loro vite e i loro beni per la sua conservazione. Tale era lo stato fiorente di questo popolo. I vizi dei privati contribuivano alla felicità pubblica. Da quando la virtú, istruita dalle malizie politiche, aveva appreso i mille felici raggiri dell’astuzia, e da quando si era legata di amicizia col vizio, anche i piú scellerati facevano qualcosa per il bene comune.

    Le furberie dello stato conservavano la totalità, per quanto ogni cittadino se ne lamentasse. L’armonia in un concerto risulta da una combinazione di suoni che sono direttamente opposti. Cosí i membri di quella società, seguendo delle strade assolutamente contrarie, si aiutavano quasi loro malgrado. La temperanza e la sobrietà degli uni facilitava l’ubriachezza e la ghiottoneria degli altri. L’avarizia, questa funesta radice di tutti i mali, questo vizio snaturato e diabolico, era schiava del nobile difetto della prodigalità. Il lusso fastoso occupava milioni di poveri. La vanità, questa passione tanto destata, dava occupazione a un numero ancor maggiore. La stessa invidia e l’amor proprio, ministri dell’industria, facevano fiorire le arti e il commercio. Le stravaganze nel mangiare e nella diversità dei cibi, la sontuosità nel vestiario e nel mobilio, malgrado il loro ridicolo, costituivano la parte migliore del commercio.

    Sempre incostante, questo popolo cambiava le leggi come le mode. I regolamenti che erano stati saggiamente stabiliti venivano annullati e si sostituivano ad essi degli altri del tutto opposti. Tuttavia con l’alterare anche le loro antiche leggi e col correggerle, le api prevenivano degli errori che nessuna accortezza avrebbe potuto prevedere.

    In tal modo, poiché il vizio produceva l’astuzia, e l’astuzia si prodigava nell’industria, si vide a poco a poco l’alveare abbondare di tutte le comodità della vita. I piaceri reali, le dolcezze della vita, la comodità e il riposo erano divenuti dei beni cosí comuni che i poveri stessi vivevano allora piú piacevolmente di quanto non vivessero prima. Non si sarebbe potuto aggiungere nulla al benessere di questa società.

    Ma, ahimè, qual è mai la vanità della felicità dei poveri mortali! Non appena queste api avevano gustato le primizie del benessere, tosto mostrarono che è persino al di là del potere degli dèi il rendere perfetto il soggiorno terrestre. Il gruppo mormorante aveva spesso affermato di esser soddisfatto del governo e dei ministri; ma al piú piccolo dissesto cambiò idea. Come se fosse perduto senza scampo, maledí le politiche, gli eserciti e le flotte. Queste api riunirono le loro lagnanze, diffondendo ovunque queste parole: “siano maledette tutte le furberie che regnano presso di noi!”. Tuttavia ciascuna se le permetteva ancora; ma ciascuna aveva la crudeltà di non volerne concedere l’uso agli altri.

    Un personaggio che aveva ammassato immense ricchezze, ingannando il suo padrone, il re e i poveri, osò gridare a tutta forza: “il paese non può mancare di perire a causa di tutte le sue ingiustizie!”. E chi pensate che sia stato queste severo predicatore? Era un guantaio, che aveva venduto per tutta la sua vita, e che vendeva anche allora, delle pelli d’agnello per pelli di capretto. Non faceva la minima cosa in questa società che contribuisse al bene pubblico. Tuttavia ogni furfante gridò con impudenza: “buon Dio, dateci soltanto la probità!”.

    Mercurio (il dio dei ladroni) non poté trattenersi dal ridere nell’ascoltare una preghiera cos’ sfrontata. Gli altri dèi dissero che era stupidità il biasimare ciò che si amava. Ma Giove, indignato per queste preghiere, giurò infine che questo gruppo strillante sarebbe stato liberato dalla frode di cui essa si lamentava.

    Egli disse: “Da questo istante l’onestà s’impadronirà di tutti i loro cuori. Simile all’albero della scienza, essa aprirà gli occhi di ciascuno e gli farà percepire quei crimini che non si possono contemplare senza vergogna. Essi si sono riconosciuti colpevoli coi loro discorsi, e soprattutto col rossore suscitato sui loro volti dall’enormità dei loro crimini. È cosí che i bambini che vogliono nascondere le loro colpe, traditi dal loro colorito, immaginano che quando li si guarda, si legga sul loro volto malsicuro, la cattiva azione che hanno compiuto”.

    Ma, per Dio, quale costernazione! quale improvviso cambiamento! In meno di un’ora il prezzo delle derrate diminuí ovunque. Ciascuno, dal primo ministro sino ai contadini, si strappò la maschera d’ipocrisia che lo ricopriva. Alcuni, che erano ben conosciuti già da prima, apparivano degli stranieri, quand’ebbero ripreso le loro maniera naturali.

    Da questo momento il tribunale fu spopolato. I debitori saldavano di propria iniziativa i loro debiti, senza eccettuare neppure quelli che i loro creditori avevano dimenticato. Si condonava generosamente a coloro che non erano in grado di soddisfarli. Se sorgeva qualche difficoltà, quelli che avevano torto rimanevano cautamente in silenzio. Non si videro piú processi in cui entrassero la malvagità e la vessazione. Nessuno poteva piú accumulare ricchezze. La virtú e l’onestà regnavano nell’alveare. Che cosa potevano fare allora gli avvocati? Anche coloro che prima della rivoluzione non avevano avuto la fortuna di guadagnare molto, disperati, abbandonavano la loro scrivania e si ritiravano.

    La giustizia, che sino ad allora si era occupata di far impiccare alcune persone, concedeva la libertà a quelle che teneva prigioniere. Ma, dopo che le prigioni furono vuotate, diventando inutile la dea che ad esse presiedeva, costei si vide costretta a compiere una ritirata, con tutta la sua corte e il suo seguito rumoreggiante. Tra esso si videro i fabbri, addetti alle serrature, ai catenacci, alle inferriate, alle catene e alle porte munite di sbarre di ferro. Poi si videro i carcerieri, i secondini e i loro aiutanti. Venne poi la dea preceduta dal suo fedele ministro scudiero, il carnefice, grande esecutore delle sue sentenze severe. Essa non era armata della sua spada immaginaria, bensí in sua vece portava l’ascia e la corda. La signora giustizia, con gli occhi bendati, seduta su di una nuvola, fu cosí cacciata nell’aria accompagnata dalla sua corte. Attorno al suo seggio e dietro di esso vi erano i sergenti, gli uscieri e i domestici di tale specie, che si nutrivano delle lagrime degli sfortunati.

    L’alveare aveva ancora dei medici, cosí come prima della rivoluzione. Ma la medicina, quest’arte salutare, non era piú affidata se non a uomini abili. Essi erano cosí numerosi e cosí diffusi nell’alveare, che nessuno di essi aveva bisogno di una vettura. Le loro vane dispute erano cessate. Il compito di guarire prontamente i pazienti era quello che unicamente le occupava. Pieni di disprezzo per le medicine importate da paesi stranieri, essi si limitavano alle semplici medicine prodotte nel loro paese. Convinti che gli dèi non mandavano alcuna malattia alle nazioni senza donar loro, nello stesso tempo, i veri rimedi, si dedicavano a scoprire le proprietà delle piante che crescevano presso di loro.

    I ricchi ecclesiastici, destati dalla loro vergognosa pigrizia, non facevano piú servire le loro chiese da api prese alla giornata; officiavano essi stessi. La probità da cui erano animati li spingeva a offrire preghiere e sacrifici. Tutti coloro che non si sentivano capaci di adempiere questi doveri, o che ritenevano che si potesse fare a meno dei loro servizi, si dimettevano senza indugio dalle loro cariche. Non vi erano occupazioni sufficienti per tante persone, se pur ne restava ancora qualcuna: giacché il loro numero diminuiva intensamente. Erano tutti modestamente sottomessi al pontefice, il quale si occupava esclusivamente degli affari religiosi, abbandonando agli altri gli affari dello stato. Il reverendo capo, divenuto caritatevole, non aveva piú la durezza di cuore di cacciare dalla sua porta i poveri affamati. Mai si sentiva dire ch’egli prelevasse qualcosa dal salario del povero. Era invece presso di lui che l’affamato trovava cibo, il mercenario il suo pane, l’operaio bisognoso la sua tavola e il suo letto.

    Il cambiamento non fu meno considerevole fra i primi ministri del re e fra tutti gli ufficiali subalterni. Divenuti economi e temperanti, i loro stipendi bastavano loro per vivere. Se un’ape povera era venuta dieci volte per richiedere il giusto pagamento di una piccola somma, e qualche funzionario ben pagato l’aveva obbligata o a regalargli uno scudo o a non ricevere mai il suo pagamento, prima si era denominata una tale alternativa la “malversazione” del funzionario; ma ora la si chiamava, col giusto nome, una ribalderia manifesta.

    Una sola persona era sufficiente per adempiere le funzioni per le quali si richiedevano tre persone prima del felice cambiamento. Non v’era piú bisogno di affiancare un collega per sorvegliare le azioni di coloro a cui si affidava il mantenimento degli affari. I magistrati non si lasciavano piú corrompere e non cercavano piú di facilitare i ladrocini degli altri. Una sola persona compiva allora mille volte piú lavoro di quanto non ne facessero prima parecchie persone.

    Non era piú cosa onorevole il far figura alle spese dei propri creditori. Le livree restavano appese nelle botteghe dei rigattieri. Quelli che brillavano per la magnificenza delle loro carrozze, le vendevano a poco prezzo. I nobili si liberavano di tutti i loro superbi cavalli tanto sontuosi e persino delle loro campagne, per pagare i loro debiti.

    Si evitavano le spese inutili con la stessa cura con cui si evitava la frode. Non si mantenevano piú degli eserciti all’estero. Non curandosi piú della stima degli stranieri e della gloria frivola che si acquista con le armi, non si combatteva se non per difendere la propria patria contro coloro che attendevano ai suoi diritti e alla sua libertà.

    Gettate ora lo sguardo sul glorioso alveare. Contemplate l’accordo mirabile che regna tra il commercio e la buona fede. Le oscurità che offuscavano questo spettacolo sono scomparse: tutto si vede allo scoperto. Quanto le cose hanno mutato il loro volto!

    Coloro che facevano delle spese eccessive e tutti coloro che vivevano su questo lusso; sono stati costretti a ritirarsi. Invano tenteranno nuove occupazioni: esse non potranno fornir loro il necessario.

    Il prezzo dei poderi e degli edifici crollò. I palazzi incantevoli, i cui muri, simili alle mura di Tebe, erano stati elevati con armonia musicale, divennero deserti. I potenti, che prima avrebbero preferito perdere la loro vita piuttosto che veder cancellare i loro titoli fastosi scolpiti sui loro portici superbi, schernivano ora queste vane iscrizioni. L’architettura, quest’arte meravigliosa, fu del tutto abbandonata. Gli artigiani non trovavano piú nessuno che li volesse impiegare. I pittori non diventavano piú celebri con le loro pitture. La scultura, l’incisione, il cesello e la statuaria non furono piú rinomate nell’alveare.

    Le poche api che vi restarono, vivevano miseramente. Non ci si preoccupava piú di come spendere il proprio denaro, ma di come guadagnarne per vivere. Quando dovevano pagare il loro conto alla taverna, decidevano di non rimetterci piú piede. Non si vedevano piú le donne da bettola guadagnare tanto da poter indossare abiti drappeggiati d’oro. Torcicollo non donava piú delle grosse somme per avere del borgogna e degli uccelletti. I cortigiani, che si compiacevano di regalare a Natale alla loro amante degli smeraldi, spendendo in due ore tanto quanto una compagnia di cavalleria avrebbe speso in due giorni, fecero bagaglio e si ritirarono da un paese cosí miserevole.

    La superba Cloe, le cui grandi pretese avevano un tempo costretto il suo marito troppo condiscendente a saccheggiare lo stato, ora vende il suo abbigliamento, composto dei piú ricchi bottini delle Indie. Ora sopprime le sue spese e porta tutto l’anno lo stesso abito. L’età spensierata e mutevole è passata. Le mode non si susseguono piú con quella bizzarra incoscienza. Dal canto loro, tutti gli operai che lavoravano le ricche stoffe di seta e d’argento e tutti gli artigiani che dipendevano da loro, si ritirarono. Una pace profonda domina in questo regno; e ha come sua conseguenza l’abbondanza. Tutte le fabbriche che restano producono soltanto le stoffe piú semplici; tuttavia esse sono tutte molto care. La natura prodiga, non essendo piú costretta dall’infaticabile giardiniere, produce bensí i suoi frutti nelle sue stagioni; però non produce piú né rarità, né frutti precoci.

    A misura che diminuivano la vanità e il lusso, si videro gli antichi abitanti abbandonare la loro dimora. Non erano piú né i mercanti né le compagnie che facevano decadere le manifatture, erano la semplicità e la moderazione di tutte le api. Tutti i mestieri e tutte le arti erano abbandonati. La facile contentatura, questa peste dell’industria, fa loro ammirare la loro grossolana abbondanza. Essi non ricercarono piú la novità, non hanno piú alcuna ambizione.

    E cosí, essendo l’alveare pressoché deserto, le api non si potevano difendere contro gli attacchi dei loro nemici, cento volte piú numerosi. Esse difendevano tuttavia con tutto il valore possibile, finché qualcuna di loro avesse trovato un rifugio ben fortificato.

    Non v’era alcun traditore presso di loro. Tutte combattevano validamente per la causa comune. Il loro coraggio e la loro integrità furono infine coronate dalla vittoria.

    Ma questo trionfo costò loro tuttavia molto. Parecchie migliaia di queste valorose api perirono. Il resto dello sciame, che si era indurito nella fatica e nel lavoro, credette che l’agio e il riposo, che mettono a sí dura prova la temperanza, fossero un vizio. Volendo dunque garantirsi una volta per sempre da ogni ricaduta, tutte queste api si rifugiarono nel cupo cavo di un albero, dove a loro non resta altro, della loro antica felicità, che la contentatura dell’onestà.

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  55. mi viene voglia di farne a rondemà

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  56. quasi quasi ne scrivo un'altra

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  57. Il leone e il cinghiale - Esopo.
    D'estate, quando il calore provoca la sete, un leone e un cinghiale andarono a bere a una piccola fonte, e cominciarono a litigare su chi dei due dovesse dissetarsi per primo. La lite si inasprì fino a trasformarsi in duello mortale. Ma ecco che, mentre si volgevano un momento per riprendere fiato, scorsero degli avvoltoi che stavano lì ad aspettare il primo che sarebbe caduto, per mangiarselo. A tal vista, ponendo fine al duello, dichiararono:

    " Meglio diventare amici che diventar pascolo di avvoltoi e di corvi ".

    favola Esopo

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  58. JoJo, c'hai mica un bignami della favola delle api? un ho avuto voglia di leggerla tutta...

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  59. no nonn ho mai usato i bignami non sono per niente zittoneschi sono da sfigati meglio fare scena muta!!!!!
    LEGGITILA

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  60. sono qui che attendo un' altro mirabolante intervento di junghiano che zitto zitto tomo tomo cacchio cacchio con estrema gentilezza e cortesia non le manda a dire e rifà nova la gente che però nin capisce e non si sente minimamente offesa dalle accose anche pesanti. NOn so voi ma io a sentirmi dare dello psicopatico non reagirei bene.
    Ma anch'io cone junghiano vorrei sapere che è cety!!!!
    Jung lover

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  61. Dimenticavo mi chaimo Filippo di Lumezzane (Bs)

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  62. Junghiano non sappiamo chi tu sia ma è molto interessante ciò che hai scritto. Se poi a quello che hai dedotto aggiungiamo le violenze sugli animali ti fai un vero quadro completo della situazione. Ovviamente la Cety (è una femmina in forte sovrappeso sulla trentina) pensiamo creda che abbiamo scritto noi quella cosa (perdona la grammatica da post) quindi vedi bene che anche qui dimostra di vederci come intelligenti, perfetti, inraggiungibili.

    Anche se entrando nella logica del blog e di questi commenti capirai che per la prima volta è difficile darle torto (le dinamiche in effetti sono queste)
    Se davvero stai studiando la cosa ci farebbe piacere conoscerti o in qualche modo interagire con te.
    Vorrei precisarti che ovviamente nessuno di noi ha vere manie di onnipotenza o qualcosa contro il sovrappeso in quanto tale. Sono ovviamente armi da blog di una stupida discussione lunga fatta di botta e risposta, a volte divertente a volte banale. Crediamo che Cety fondamentalmente non possa fare a meno di coinvolgerci e che utilizzi lo "strumento commento" come una discussione da chat tra amici, cosa che nella vita reale si è interrotta da parte nostra.
    Tutto è nato da una serie di "sconfitte" che lei ha percepito nei nostri confronti nonostante non esistesse alcuna gara, da questo ha iniziato a calunniarci e a ingrandire o inventare difetti (anche notevoli) per attaccarci e allontanare le persone care da noi.
    Tutto questo nasce da sconfitte sia sociali che fisiche da problemi suoi fondati su complessi di inferiorità e bassissima autostima. Il processo di calunnia da lei iniziato ovviamente non ha funzionato, in questo modo lei è l' "uomo" con il quale convive hanno allontanato soltanto lei da noi e dagli altri. (tra questi altri oltretutto c'è un ragazzo che lei ha "particolarmente a cuore") Ora ovviamente trattandosi di cose anche gravi (che hanno investito anche tematiche come il tumore di un nostro amico e il nostro ruolo di genitori) non siamo più disponibili al dialogo, siamo stanchi, francamente, anche di dover necessariamente percepire la sua presenza che come al solito risulta ingombrante e noiosa.
    In realtà l'unica vera cosa pesante è che questa persona ha realmente problemi di relazione con se stessa e con ciò che la circonda (la cosa più triste è la violenza sugli animali). Per il resto francamente reputo che come tutti noi abbia pregi e difetti. E' un peccato vedere che l'insoddisfazione e la pochezza non generino voglia di sapere e intraprendenza ma "Mostri" fatti di violenza cattiveria e stupidità... questo è quanto. Poi sicuramente è un ottima madre, credo e spero non ripeta le violenze sulla bambina (è chiaramente diversa da un cane anche se è grave comunque)
    L'unico male che crediamo le farà sarà quello di crescerla trasmettendole questa sensazione di malessere e questo spiccato senso del dovere di apparire e competere, sappiamo che questo non fa bene ai bambini. un vero peccato che il genere umano si riduca a così poco non trovi? Fatti sentire ci interesserebbe conoscerti anche solo telefonicamente, è molto difficile trovare persone stimolanti.

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